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Categoria: news

Le PFAS (sostanze perfluoro alchiliche) sono composti organici fluorurati che vengono largamente utilizzate per la fabbricazione di un amplissimo ventaglio di prodotti quali – a solo titolo di esempio – imballaggi alimentari idro- e lipo-repellenti, padelle antiaderenti, ecc. Le PFAS costituiscono un serio problema per le acque sotterranee, ed a causa della loro persistenza continuano a residuare nell’ambiente determinando potenzialmente un pericolo per la salute per moltissimi anni.

L’uomo può risultare esposto alle PFAS in vari modi, per esempio ingerendo i cibi e le bevande in cui tali sostanze sono presenti più frequentemente: acqua potabile, pesce, frutta, uova e prodotti a base di uova. Seppure al momento non siano in vigore limiti massimi al loro contenuto negli alimenti, l’EFSA nel 2020 ha stabilito, per le PFAS che si accumulano nell’ organismo umano, una nuova soglia di sicurezza: la dose settimanale tollerabile di gruppo (DST) è di 4,4 ng/kg di peso corporeo. I quattro PFAS su cui si è incentrata la valutazione dell’EFSA sono l’acido perfluoro-ottanoico (PFOA), l’acido perfluoro-ottansulfonico (PFOS), l’acido perfluoro-nonanoico (PFNA) e l’acido perfluoro-esan sulfonico (PFHxS).

ISVEA ha reso disponibile ai propri clienti l’analisi delle PFAS nel vino: con la configurazione attuale vengono determinate ben 17 diverse molecole a soglie di poche decine di ng/L, comprendenti le quattro oggetto di valutazione da parte dell’EFSA richiamate in precedenza.

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L’olio extra vergine di oliva (EVO) è la fonte di grassi caratteristica della dieta mediterranea; esso rappresenta un’eccellenza tra le produzioni agroalimentari di molte regioni Italiane.

ISVEA ha collaborato con prestigiosi Istituti, coordinati dall’Università degli Studi di Siena, ad una ricerca finalizzata alla valutazione delle proprietà antinfiammatorie e vasorilassanti di EVO autoctoni toscani, determinandone la composizione chimico-fisica.

Dalla valutazione di tutte le caratteristiche esaminate, è emerso che i flavoni Apigenina e Luteolina sono le molecole maggiormente rappresentative delle proprietà benefiche del prodotto; altri componenti importanti sono risultati il Pinoresinolo, il Ligstroside e l’Oleuropeina.

Per ottenere la caratterizzazione polifenolica di un Olio di Oliva è sufficiente richiedere ad ISVEA il Profilo Biofenoli LC-MS.

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In precedenza quasi esclusivamente sui prodotti destinati all’esportazione in alcuni paesi, ora le Dichiarazioni Nutrizionali sono richieste sempre più frequentemente anche sui vini indirizzati al mercato interno o nell’Unione Europea: con quanta più chiarezza possibile, riportiamo le prescrizioni fondamentali ad esse relative dal punto di vista del Laboratorio di Analisi.

FAI CLICK QUI

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Dopo tre anni di attesa, siamo estremamente lieti di poter finalmente riproporre il Seminario di livello avanzato sul Riconoscimento dei Difetti Sensoriali dei Vini in collaborazione con Vinidea.

Origine e valutazione di moltissimi dei difetti che possono affliggere il vino – oltre alla relativa possibilità di intervento – sono illustrati nel corso di un incontro nel quale vengono assaggiate molte decine di vini contaminati con le molecole responsabili delle alterazioni.

Il Seminario si terrà a Poggibonsi, presso la sala del ristorante Alcide, il 16 marzo 2023. Si ricorda che:
– per coloro che si iscriveranno entro il 28/02/2023 è previsto il versamento di una quota ridotta;
– sono previste tariffe riservate a soci di AEI, SIVE ed altre associazioni convenzionate;
– ai soci Assoenologi saranno riconosciuti 4 crediti formativi.

Per il programma dettagliato nonché le istruzioni complete per l’iscrizione si rimanda al portale di Vinidea.

Si ricorda che in ISVEA sono disponibili tutte le tecniche analitiche necessarie per il rilevamento delle molecole trattate, ciascuna nel rispettivo campo di percezione sensoriale: per informazioni in merito, chiamare il nr. 0577-981463 (int.4) o scrivere a tecnico-commerciale@isvea.it.

 

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Nel pieno rispetto delle attese, con la G.U. nr. 305 del 31/12/2022 è stato finalmente pubblicato il provvedimento in oggetto, che proroga SOLO ALCUNE DELLE SCADENZE previste(n1) dal secondo Allegato del DM 13/1/2011 (“Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica”) per il regime transitorio riferito alle contaminazioni accidentali di Acido Fosfonico e Fosetyl (o Acido etilfosfonico). Il provvedimento è scaricabile anche dal sito del MiPAAF.

A seguito di ciò, essendo stata prorogata al 01/01/2026 la decorrenza (precedentemente fissata per l’01/01/2023) per l’adozione del limite inferiore di 0.05 mg/kg per l’Acido Fosfonico, ai prodotti biologici si continueranno ad applicare i seguenti limiti inferiori(n2) (intesi come “soglie numeriche” al di sopra delle quali il lotto analizzato non può essere commercializzato con la certificazione di produzione biologica):

­ Dal 10/09/2020 e fino al 31/12/2025:
Acido fosfonico ≥ 0.5 mg/kg (colture ERBACEE anche prod. trasformati e compositi)
Acido fosfonico ≥ 1 mg/kg (colture ARBOREE anche prod. trasformati e compositi)
Si fa inoltre presente che la soglia di 1 mg/kg transitoriamente disposta per l’acido fosfonico su prodotti da colture arboree può essere prorogata per impianti di nuova notifica o in conversione al biologico fino a 24 mesi dopo il termine del periodo di conversione, subordinatamente all’“obbligo di monitorare a livello analitico la presenza di acido fosfonico negli impianti arborei, attuando strategie per una sua riduzione nel tempo” (All.2, p.to 3).

­ Dal 01/01/2026:
Acido fosfonico ≥ 0.05 mg/kg (tutti i prodotti)

Tale proroga NON RIGUARDA INVECE L’ACIDO ETILFOSFONICO (o FOSETYL), il cui limite inferiore sopra il quale un prodotto non può essere certificato come biologico, già dal 01/01/2023 di fatto è stato assimilato al valore che accomuna la stragrande maggioranza dei principi attivi di sintesi:

­ Dal 01/01/2023:
Acido etilfosfonico (Fosetyl) ≥ 0.01 mg/kg (tutti i prodotti)

Per maggiori informazioni suggeriamo di contattarci all’account tecnico-commerciale@isvea.it.

__________________________________

n1) Cfr.: DM 10/7/2020 nr. 7264, G.U. 12/9/2020.
n2) Per tutti i prodotti trasformati e/o miscelati, tutti i limiti si applicano tenendo conto delle variazioni del tenore di residui determinato dalle operazioni di trasformazione e/o miscelazione, fatti salvi i limiti inferiori previsti dalla legislazione vigente per particolari categorie di prodotto.

Posted in formazione, news by Isvea-Srl

La valutazione della qualità enologica dell’uva è un obiettivo fortemente ricercato sia dai tecnici viticoli, che devono potere avere a disposizione parametri oggettivi per indirizzare le scelte in vigneto, sia dagli enologi, che, sulla base delle caratteristiche dell’uva, devono adattare la tecnologia di vinificazione.

La metodica di analisi sensoriale messa a punto presso l’ICV, ed applicata nella pratica da oltre 20 anni, rappresenta una risposta concreta all’esigenza di cui sopra. Da molti anni l’ICV applica la metodologia di analisi sensoriale delle uve nelle proprie prove di vigneto, ed ha potuto così definire il peso di varie pratiche agronomiche sul profilo sensoriale dell’uva: inerbimento, diradamento dei grappoli, etc.

Le risposte alla domanda: “che cosa si può fare in vigneto per modificare le caratteristiche sensoriali dell’uva?” sono fornite utilizzando come esempi didattici i risultati di prove reali:

  • andamento dei valori dei descrittori durante il periodo di maturazione dell’uva;
  • influenza delle forme di allevamento, dell’età del vigneto, delle condizioni climatiche e delle tecniche colturali.

Consulta il programma dettagliato dopo le modalità di partecipazione.

A chi si rivolge il corso? Viticoltori, agronomi, enologi, direttori di cantina, responsabili produzione, proprietari di aziende vitivinicole, assaggiatori, sommelier, appassionati di vino…

Orario e sede del corso : martedì 6 Settembre ore 14.30 presso HOTEL RISTORANTE ALCIDE, Viale G. Marconi 67/A – Poggibonsi (SI).

Docente: Giuliano Boni, Vinidea.

La durata del corso (codice ICV01X) è di circa 4 ore.

Ai soci Assoenologi verranno riconosciuti 4 crediti formativi per la partecipazione a questo corso.

Link iscrizione al corso : CLICCA QUI

Per farne richiesta, sarà necessario rispondere all’apposita indagine inviata via mail a conclusione dell’evento. Il corso è basato sui contenuti sviluppati da L’Institut Coopératif du Vin (ICV) Termine d’iscrizione: venerdì 2 settembre o al raggiungimento del numero massimo di partecipanti previsto.

Il corso sarà attivato al raggiungimento del numero minimo di partecipanti.

Quote di partecipazione corso (IVA inclusa): Quota d’iscrizione base:  120

Quota preferenziale riservata ai soci AEI e altre associazioni convenzionate :  Sconto 15% (*)

Quota preferenziale riservata soci SIVE e abbonati Infowine Premium:  Sconto 25% (**)

(*) La richiesta del coupon che dà diritto allo sconto deve essere inoltrata ai referenti delle associazioni di riferimento; elenco completo su www.vinidea.it, sezione FAQ.

(**) Per ottenere il coupon scrivi a iscrizioni@vinidea.it

Programma:

  • introduzione, presentazione ICV e origine della metodica
  • perché è importante l’analisi sensoriale delle uve ed utilizzare un metodo preciso per applicarla
  • i principi del metodo ICV e le modalità di campionamento
  • approccio analitico: valutazione dei 19 descrittori con esercitazione pratica su campioni di acini pre-selezionati in laboratorio
  • approccio sintetico: definizione dei livelli di maturità (4 parametri)
  • simulazione del campionamento in campo con uve locali (fino ad un massimo di 3/4 campioni)
  • effetto di alcune pratiche agronomiche sul profilo sensoriale delle uve
  • i profili di riferimento per le varietà internazionali
  • applicazione della metodica all’organizzazione della vendemmia
  • conclusioni e discussione
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Quali sono le aspettative del consumatore rispetto alla stabilità di un vino? Come viene percepita la presenza di sedimenti? Una maggiore qualità o integrità riesce a giustificarla o a controbilanciarla? Il livello di instabilità accettato è analogo per tutti i paesi?

Qual è l’impatto del riscaldamento climatico su alcune problematiche legate alla stabilità?

Qual è la posizione dei consumatori rispetto ai coadiuvanti utilizzati per la produzione di vino? Come si evolverà questo atteggiamento alla luce delle nuove norme sull’etichettatura degli ingredienti?

Questi ed altri gli argomenti affrontati nell’ambito di un Webinar gratuito “Le aspettative dei consumatori in materia di stabilità dei vini” organizzato in seno al progetto Vintegro che avrà luogo il 21 febbraio alle ore 11.

La stabilità del vino può essere migliorata, sfruttando le tecnologie e i moltissimi formulati disponibili, con l’ausilio di verifiche e controlli sempre più puntuali ed approfonditi messi a disposizione da ISVEA, orientati a limitare più possibile l’impatto dei trattamenti sulla qualità del prodotto ottimizzandone gli effetti ed in complesso rendendo il processo più sostenibile.

Nella prima parte del webinar, Filippo Bezzi ed Antonino Tranchida condivideranno la loro esperienza pluriennale. A seguire, il Prof. Eugenio Pomarici dell’Università di Padova illustrerà la relazione in costante evoluzione tra pratiche enologiche, coadiuvanti e consumatori, suffragando l’esposizione con numerose evidenze scientifiche.

Il webinar è organizzato da Vinidea in seno al progetto Vintegro: ISCRIVITI GRATUITAMENTE

Maggiori informazioni sui relatori:

Filippo Bezzi è enologo dell’azienda Marchesi Antinori dal 1999. In particolare, è responsabile del laboratorio e punto di riferimento per i processi tecnologici del gruppo Antinori, con particolare riferimento ai processi di stabilizzazione, filtrazione ed imbottigliamento.

Antonino Tranchida è il responsabile di cantina dell’azienda Col d’Orcia. Dopo un’esperienza decennale presso l’azienda Donna Fugata in Sicilia, nel 2009 approda a Col d’Orcia.

Eugenio Pomarici è Professore Ordinario di Economia Agraria presso l’Università di Padova. Suoi attuali campi di ricerca sono lo sviluppo sostenibile e il sistema agroalimentare, l’analisi della struttura del settore vitivinicolo e la politica del vino. Delegato scientifico presso l’Organizzazione Internazionale per la Vigna e il Vino (OIV), è stato Presidente della Commissione Economia e Diritto. È coeditor in chief della rivista Wine Economics and Policy e membro del comitato editoriale del Journal of Wine Business Research. Ha pubblicato oltre 150 contributi scientifici.

Vintegro è un progetto finanziato nell’ambito del partenariato Europeo per l’innovazione e del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana (misure attivate 16.2, 1.1, 1.2, 1.3), incentrato su Integrità e stabilità del vino Toscano.
Partner del gruppo operativo Vintegro: Antinori, Col d’Orcia, Avignonesi, ISVEA, Università degli studi di Firenze, Vinidea, CAICT. Il progetto ha avuto inizio in febbraio 2019 e durerà fino ad aprile 2022.
Il progetto Vintegro mira alla produzione di vini con il minore ricorso a pratiche enologiche additive e/o sottrattive, riducendo impatto ambientale ed economico, e intende affrontare il problema dell’instabilità del vino – e in particolare quello dell’instabilità macromolecolare.

Il gruppo operativo lavora a un test previsionale dell’instabilità di un vino, attraverso un protocollo rapido ed economico che può essere applicato al vino in varie fasi del processo di produzione.

I risultati del progetto verranno presentati in futuri webinar tenuti da Francesca Borghini di ISVEA e Giovanna Fia dell’università degli studi di Firenze che saranno annunciati su Infowine.

Per maggiori informazioni contattare ISVEA o consultare il sito www.vintegro.eu

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PROGETTO WISHELI – www.wisheli.it

Contesto del progetto
L’invecchiamento precoce dei vini determina una serie di impatti negativi, tutti riassumibili in perdita di competitività e di valore aggiunto.


Quali, quanti e di che natura sono i fattori di rischio specifici ai vini bianchi chedeterminano nel tempo un sostanziale deprezzamento del prodotto?


Quali sono le fonti da cui i produttori possono trarre profitto al fine di ripensare i propri paradigmi di vigna e di cantina al fine di ottimizzare la shelf life dei propri vini?


Quali strumenti possono essere utilmente adottati dai produttori al fine di avereuna preventiva e ragionevole stima della propensione all’invecchiamento del vino ?

Risultati
Messa a disposizione degli attori della filiera di test predittivo, rapido ed economico, di valutazione dei fattori di rischio di invecchiamento di un vino bianco


Informazioni sugli effetti osservati relativi alle tecniche messe in atto in vigneto (alta/bassa produzione) e in cantina (macerazione, demetalizzazione) sulle caratteristiche di longevità dei vini


Informazioni sugli parametri chimici coinvolti nello scadimento nel tempo e come misurarli in modo tale da agire preventivamente attraverso : un indice utile per studiare la propensione al deperimento dei vini bianchi delle tecniche non-distruttive di rilevazione e monitoraggio e di valutazione predittiva della shelf-life (sensori di tipo spettrale e nasi artificiali)

Guarda il VIDEO del webinar

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La D.ssa Francesca Borghini di Isvea porterà il suo contributo nell’ambito di un webinar incentrato sulla valutazione predittiva della deperibilità dei vini. Il webinar, la cui partecipazione è GRATUITA, avrà luogo lunedì 29/11 alle ore 11:00, e l’iscrizione può essere effettuata sulla pagina web dedicata:

https://www.infowine.com/it/appuntamenti/valutare_la_propensione_al_deperimento_dei_vini_bianchi_sc_20144.htm

Per chi fosse interessato ad approfondire il tema, sarà possibile consultare questi tre articoli :

https://www.infowine.com/it/articoli_tecnici/progetto_wisheli_-_migliorare_e_predire_la_shelf-life_dei_vini_bianchi_sc_20111.htm

https://www.infowine.com/it/articoli_tecnici/progetto_wisheli_-_migliorare_e_predire_la_shelf-life_dei_vini_bianchi_sc_20136.htm

https://www.infowine.com/it/novita/progetto_wisheli_-_migliorare_e_predire_la_shelf-life_dei_vini_bianchi_sc_19985.htm

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In concomitanza della BREXIT, per le Aziende che operano col Regno Unito si apre un periodo di incertezza.

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